
Sabato 7 giugno ore 22.00
Jon Spencer with Kendall Wind and Macky Spider Bowman
https://youtu.be/x0ONf5Rh-WQ?si=uy_oWPjfiNa6hs8j
https://youtu.be/6u_EA85kunw?si=kRQeaxbBbH_CVyZP
https://youtu.be/iVjX77W3tgc?si=dO0tLDmnPRi6MQPA
https://youtu.be/y6BvhF7TCpk?si=hALKt4MDAZJa3rdR
https://hvsr.net/post/2022/jon-spencer-blues-explosion
Apertura porte ore 21:00 – Inizio ore 22:00
ingresso 20e (ingresso 18e under 25) con tessera arci
Domanda iscrizione – Biglietti On Line
Sbucato praticamente fuori dal nulla, senza annunci in pompa magna e con un “battage pubblicitario” degno di una distribuzione con modalità da carboneria (un po’ alla stregua di quanto fatto anche da Jack White col suo “No name album“) arriva a sorpresa un nuovo album dell’iconico frontman-chitarrista garage/blues/trash/punk Jon Spencer, che a inizio mese ha rilasciato, su Bronze Rat records e Shove records, “Sick of being sick!“, suo secondo Lp solista che arriva sei anni dopo “Jon Spencer sings the hits“.
Il disco è stato registrato dal menestrello elettrico del New Hampshire (ma newyorchese di adozione) questa volta senza HITmakers (la sua ultima incarnazione dopo lo scioglimento della Blues Explosion, e coi quali aveva inciso il materiale più recente, il long playing di debutto “Spencer gets it lit“) ma insieme a Kendall Wind (al basso e voce) and Macky Spider Bowman (alla batteria e voce) membri della formazione garage rock/punk newyorchese Bobby Lees (che avevano già collaborato con Spencer, il quale aveva prodotto il loro long playing del 2020, “Skin suit“) per masticare un chewing gum della durata di poco meno di venti minuti che si dipana tra l’assalto ragionato dell’opener “Wrong“, la crampsiana “Get away“, il feeling alla JSBX di “Come along” e quello alla HITmakers di “Coulda been” (che sembra essere quasi una outtake di “Spencer gets it lit”) l’abrasiva “Out of place“, il frizzante rockabilly di “Fancy pants” (forse il pezzo migliore del lotto) e le sveltine R’N’R di “Guitar champ” e della conclusiva “Disconnected“.
Jon Spencer è stato una forza innovativa nella scena musicale indipendente fin dalla metà degli anni Ottanta. Acclamato performer dal vivo, ha girato tutti i continenti tranne l’Antartide e ha accumulato una discografia da capogiro come leader di Pussy Galore, The Jon Spencer Blues Explosion, Heavy Trash e Jon Spencer & the HITmakers, oltre che con Boss Hog, The Honeymoon Killers, The Gibson Brothers e Taxi Girls. Le sue collaborazioni includono (ma non solo) il lavoro con Steve Albini, Add N To X, Nicole Atkins, Beastie Boys, Beck, Bomb The Bass, R.L. Burnside, James Chance, Coldcut, Chuck D, Dan TheAutomator, Jim Dickinson, DJ Shadow, Einsturzende Neubauten, Guitar Wolf, GZA, David Holmes, Japanese Popstars, Dr. John, Calvin Johnson, Steve Jordan, Khan, Moby, Money Mark, The Muffs, The North Mississippi All Stars, Princess Superstar, Puffy AmiYumi, The Sadies, Nancy Sinatra, Solex, Solomon Burke, Speedball Baby, Rufus Thomas, UNKLE, Unloved, Andre Williams e Bernie Worrell.

Sabato 14 giugno ore 20.30
A Grateful Dead Celebration – Magnolia & Radoslav Lorkovic
https://youtube.com/@gratefuldead
https://youtu.be/hsScJrT-RV8?si=jQ-rfLJCHno-XsjW
https://www.ondarock.it/rockedintorni/gratefuldead.htm
Attenzione agli orari!
Apertura porte ore 20:00
1st set acustico sulla bella terrazza ore 20:30
2nd set elettrico in da house ore 22:00
Toast, birrette e cocktail sempre a disposizione.
ingresso Up To You! (ad offerta libera coscienziosa) con tessera arci
“L’eredità dei Grateful Dead va ben oltre la musica: è una religione senza credi né frontiere, che dal 1965 non smette di fare proseliti. E così, 60 anni dopo, siamo ancora qui, alla Raindogs House a celebrare come un rito sciamanico la controcultura che più ci rappresenta. “In this life, I choose fun”, diceva Jerry Garcia, anche se i Dead sono molto di più. E così, per la terza volta, i Deadheads di tutta Italia si ritroveranno sempre più numerosi per condividere buone vibrazioni a Savona, in una serata memorabile. Perché la controcultura dei Grateful Dead è viva più che mai e oggi ne abbiamo sempre più bisogno.” Antonio “Easy” Bergero
I Magnolia ( Zac, Nicola, Sem, 3K e Davide ) interpretano la musica popolare nord americana ai tempi della contestazione libertaria e delle esperienze psichedeliche collettive. A dargli manforte in questo lungo e meraviglioso viaggio tanti amici del Rain e un ospite d’eccezione, Radoslav Lorkovic, pianista straordinario e fisarmonicista eccelso, già al fianco tra gli altri di Odetta e Jimmy La Fave, in possesso di un ampissimo scenario musicale grazie alla sua moltitudine di influenze e stili che vanno dalla classica al jazz, dal blues al boogie-woogie e dal country al folk. Il punto di svolta nella vita di Radoslav però è uno show dei Grateful Dead a cui assiste. Lui e l’amico Phil comprano subito degli strumenti, una chitarra Gibson SG ed un amplificatore, la chitarra è per Phil, Radoslav invece suona un piccolo pianoforte verticale nel salotto di casa sua e presto imparano a memoria il disco The Grateful Dead Europe 72, un triplo album live!
I Grateful Dead sono stati un gruppo musicale rock statunitense. Furono tra gli artisti chiave della cosiddetta Summer of Love.
Nati alla metà degli anni Sessanta, furono fra gli artisti fondamentali della storia di quello che veniva chiamato acid rock o rock psichedelico.Divennero celebri per il loro stile eclettico, che univa elementi di rock, folk, bluegrass, blues, country e jazz e dal vivo era caratterizzato da interminabili e lisergiche improvvisazioni modali. Dalla metà degli anni settanta attorno ai Grateful Dead nacque una sorta di “culto”; alcuni loro fan, chiamati Deadhead, seguirono il gruppo in concerto per anni, vivendo di fatto come nomadi in onore della loro “devozione” verso “The Dead”.
Il chitarrista solista Jerry Garcia veniva generalmente identificato come leader del gruppo, sebbene egli rifiutasse questa interpretazione. Era cresciuto a San Francisco, nell’Excelsior District. Il suo stile era evidentemente influenzato dalla musica bluegrass, e col banjo Garcia suonava anche nel gruppo bluegrass Old and in the Way insieme al mandolinista David Grisman. Phil Lesh, che suonava il basso, aveva studiato la tromba, ricevendo un’istruzione musicale di tipo classico e interessandosi sin da ragazzo alla musica elettronica (fu allievo anche di Luciano Berio). Bob Weir, il membro più giovane del gruppo, suonava la chitarra ritmica. Ron “Pigpen” McKernan suonava l’organo Hammond B-3, l’armonica a bocca e cantò fino al 1973, anno in cui morì prematuramente a 27 anni. Garcia, Lesh, e Weir contribuivano alle voci e saltuariamente cantavano. Bill Kreutzmann suonava la batteria e nel 1968 entrò al suo fianco un secondo batterista, il newyorkese Mickey Hart, che suonava anche una grande varietà di percussioni. Hart abbandonò i Dead nel 1971, imbarazzato dalla condotta scorretta del padre, che era stato per qualche tempo amministratore finanziario del gruppo; ma rientrò nel 1975. Tom “TC” Constanten suonò le tastiere insieme a Pigpen dal 1968 al 1970. Alla fine del 1971 entrò nel gruppo un terzo tastierista, Keith Godchaux, che suonava il pianoforte da concerto. L’anno successivo, la moglie di Keith, Donna Jean Godchaux, entrò nel gruppo come corista. Keith e Donna abbandonarono nel 1979 (un anno prima della morte, in un incidente d’auto, dello stesso Keith), e Brent Mydland entrò come tastierista e voce e vi rimase per 11 anni, fino all’anno della sua morte, il 1990 (fu così il terzo tastierista dei Dead a morire). Il posto vacante venne preso da Vince Welnick dei Tubes, che per un anno e mezzo fu assistito al pianoforte dallo special guest Bruce Hornsby. I testi del gruppo erano scritti soprattutto da Robert Hunter e John Perry Barlow e Owsley “Bear” Stanley che fu per anni il loro ingegnere del suono (e uno dei loro principali fornitori di LSD).