
Venerdì 24 marzo ore 22.00
SACROMUD
https://www.youtube.com/watch?v=MQH6m3PaemY
https://www.youtube.com/watch?v=aduWU6P82xY
https://www.youtube.com/watch?v=aA8M21FsqKA
https://www.youtube.com/watch?v=v7BNpSCvAw8
https://www.youtube.com/watch?v=RBXScwm7JZo
Apertura porte ore 21:00 – Possibilità di cenare con le nostre specialità
Inizio concerto ore 22:00
ingresso 7e con tessera arci – under 25 ingresso 5e con tessera arci
Biglietti online: https://www.musicglue.com/circolo-raindogs-house
L’ OVERGROUND BLUES: SOPRA L’UNDERGROUND E SOTTO IL MAINSTREAM!
– “…Eccellente nuovo capitolo del progetto che ruota intorno al chitarrista-compositore Maurizio Pugno.
Dodici brani di fangoso blues che attinge dalle atmosfere minacciose dei peggiori luoghi di New Orleans ma anche dal cuore profondo dell’America sonora in cui si fondono soul, funk, gospel e rhythm and blues. In perfetto equilibrio tra Jack White e Fantastic Negrito con Dr. John a benedire. Album spettacolare!”
Antonio Bacciocchi / Radiocoop
«Sacromud non è un disco normale, è una bomba nucleare. Non riesco a smettere di ascoltarlo!
Pugno e il suo gruppo hanno realizzato un disco di grande spessore internazionale. Grande produzione e album troppo bello! »
Gianni Zuretti / Buscadero
L’ overground Blues dei SACROMUD sente come, nella nuova cultura popolare, ci sia ancora quel vecchio spirito vagabondo in cerca di preghiere laiche; prova quindi a suonare il rumore dei loro
passi, lo scandire dei nuovi esodi, a dare voce alla sensualità delle debolezze umane e all’annerire degli alberi, con il suo blues fuori scala, in questo nuovo Carosello.
Non è quindi solo una band che pesca dentro al blues di Maurizio Pugno proseguendone in qualche modo la traiettoria tracciata con oltre 35 anni di attività in giro per il mondo, ma una vera e propria fabbrica di suggestioni spalmate sul cosa siamo oggi, in quella che è la loro ballata contemporanea.
SACROMUD è una produzione Labilia che prova a farsi interprete del Sacro Fango dell’oggi e il loro Live Show ricalca questa visione essendo costruito come un’ unica suite musicale dentro alla quale si muove la narrazione stessa oltre che il soul, la roots, l’ r’n’b frullati assieme ai suoni delle contraddizioni contemporanee.
L’orverground Blues è la risposta che Sacromud prova a dare quindi a coloro che si lasciano, a volte anche inconsapevolmente, sedurre dalla tradizione che alimenta il sound del sacro fango contemporaneo, quella tradizione, che appartiene a tutti, anche a chi non conosce la retorica che ne contraddistingue il profilo.
Così l’overground blues prova ed essere la somma, in continua mutazione, dei valori utili al suo popolo e quel popolo deve continuamente rinnovarsi, se non vuol deperire.
Ma è anche un passeggiare dentro a Bluesland, la terra di tutti e dove tutti hanno generato la musica degli ultimi 150 anni: «…Il blues è stato per me il sale con cui ho condito il mio percorso musicale… – racconta Pugno stesso – ….non solo di musicista ma direi soprattutto di appassionato.
SACROMUD, è quello che definisco altresì una fionda emotiva più che un gruppo musicale; ha trasformato il mio umile percorso in una sintesi sperimentale che prova ancora a mettermi e a
metterci in discussione. Una ricerca a volte ostica, con la quale fare i conti ma dalla quale trarre spunti, un rompere gli oggetti per dare anima alla materia. Raffo ha tradotto tutte le contraddizioni del ruotare su se stessi attraverso, come ripeto spesso, il
suo sacro fango…»
RESIZED, l’ album uscito nel 2021, è il ponte tra il vecchio e il nuovo, un riadattare il vestito, da bravi sarti, alle proprie taglie ma è anche la zattera che ha traghettato definitivamente la band verso SACROMUD e «Sacromud», l’ album del 2022 (un disco completamente composto da Maurizio Pugno e Raffo Barbi e totalmente dentro a questa suggestione). Cinque musicisti, cinque modi di vedere e sentire la musica, ma tutti proiettati al raggiungimento di musica pensata come un vero e proprio movimento musicale!
Si prende fiato all’inizio e si espira tutto fuori, lentamente!
SACROMUD
– RAFFO BARBI voce
– MAURIZIO PUGNO chitarre, dobro, chitarra baritono, flauto, percussioni, pianoforte, moog, mellotron, sintetizzatori, elettronica
– ALEX FIORUCCI piano, organo, fender Rhodes e sintetizzatori
– FRANZ PIOMBINO basso
– RICCARDO FIORUCCI batteria e percussioni

Sabato 25 marzo ore 22.00
Celebrating 15 Years of ELEKTRO GUZZI
+Presentazione di “Lost Tracks” Compilation + Danny Lo Scippo Dj Set
https://www.soundwall.it/un-piccolo-meraviglioso…/
https://www.youtube.com/watch?v=87BXPd7e_qE
https://www.youtube.com/watch?v=H9w7oeuU5Yk&t=542s
https://www.youtube.com/watch?v=gxX24pk98eo
https://www.youtube.com/watch?v=jIZlKxlnbss&t=630s
Apertura porte ore 21:00 – Possibilità di cenare con le nostre specialità
Inizio concerto ore 22:00
ingresso 15e con tessera arci – under 25 ingresso 10e con tessera arci
Biglietti online: https://www.musicglue.com/circolo-raindogs-house
Elektro Guzzi sono il trio austriaco formato da Jakob Schneidewind (basso), Bernhard Breuer (batteria) e Bernhard Hammer (chitarra elettrica): una live techno band che, attraverso un interplay di matrice jazz, supera i confini tra analogico e digitale, con un suono affilato e solidissimo. Techno music che fa della propria componente “organica” il suo elemento distintivo, raccogliendo i consensi di pubblico e critica specializzata.
Nei loro 15 anni di carriera hanno pubblicato dieci album, sette EP e vari singoli e remix, suonando nei club e nei festival di tutto il mondo. In molte occasioni hanno avuto l’opportunità di collaborare con grandi musicisti.
Alcune di queste collaborazioni sono state registrate ma fino ad ora non sono mai state rese disponibili al pubblico. Tracce che conservano la componente minimale da dancefloor, marchio di fabbrica del trio, ma che la arricchiscono di nuove sfumature, grazie anche all’apporto di ospiti come il duo inglese RocketNumberNine, il compositore/songwriter austriaco Martin Klein, i fiati dei Polybrass e le percussioni degli Yoruba Percussion.
“Anche se di solito ci concentriamo sulla ricerca di nuovi suoni per dar forma al nostro futuro, a questo giro ci permettiamo di andare a ritroso e scovare l’ignoto nel nostro passato. “Lost Tracks” è una raccolta di “tracce perdute”, che stavano aspettando sui nostri hard disk di essere riscoperte e rese disponibili a celebrare i nostri primi 15 anni di carriera”.

Martedì 28 marzo ore 21.30
EL KHAT القات
https://youtu.be/x1p0dhZHgRQ
https://youtu.be/-rYzOp9KwGk
https://youtu.be/9rgALCI6lLY
https://youtu.be/_-L_V8ifpV0
Apertura porte ore 21:00 – Possibilità di cenare con le nostre specialità
Inizio concerto ore 22:00
ingresso 10e con tessera arci – under 25 ingresso 7e con tessera arci
Biglietti online: https://www.musicglue.com/circolo-raindogs-house
Ruvido ed esilarante, il secondo album di EL Khat “Albat Alawi Op.99” è un tuffo nelle radici yemenite del leader Eyal el Wahab e nelle loro ispirate rivisitazioni. Un’ orchestra con base a Tel Aviv formata da musicisti di origine e background differenti ( Yemen, Polonia, Iraq e Marocco ) che suonano percussioni, fiati, archi, strumenti elettrici e strumenti fai-da-te. Suoni ipnotizzanti e retro-futuristi.
A homemade junkyard band led by multi-instrumentalist Eyal El Wahab. Named for the drug used so widely chewed across the Arab Peninsula, The band brings original compositions inspired by the music of the golden age in Aden, Yemen. El Wahab plays many instruments, like the dli and the Kearat that he constructed himself. It’s something he started doing several years ago, using his skills to make music from the items people discard. A child of the Yemeni diaspora who’s grown up in Tel Aviv Jaffa. it’s a practice that harks back to the family homeland, where even rubbish can have become an instrument. El Wahab has always been a man of invention. He talked his way into the Jerusalem Andalusian Orchestra as a cellist, self-taught from busking and unable to read music, learning the repertoire by ear as he went along, and picking up music theory. It gave him a strong foundation, but his world changed when he was given ‘Qat, Coffee & Qambus: Raw 45s from Yemen’ an LP of Yemeni traditional music from the 1960s. It came as an epiphany. He quit the orchestra, began building instruments and put together El Khat Albat Alawi Op.99, El Khat’s new album, released on March 2022 via Glitterbeat Records, celebrates an homage to Faisal Alawi, a popular Yemeni singer who died in 2010, along with an alba, a small tin box that can contain many treasures, while the Op.99 is intended to give the compositions “the same respect as Western classical music.”
Saadia Jefferson, El Khat’s debut album, released on Batov Records, brings a funky, psychedelic reimagination to the traditional Yemeni songs that electrified him when he first heard them, this is an album almost entirely filled with his own compositions, something close and personal that constantly looks back to his family’s homeland in Yemen. The Yemeni Orchestra, In 2022 El Wahab with The Association For Society and Culture – Yemenite Tradition established an orchestra focusing on the old sound from the 60-70s in South Yemen and preserving the tradition. Those new arrangements for the Classical Yemeni repertoire are performed and sung by the entire members of the orchestra and with guests such as Riff Cohen, Zion Golan and more.
“Joyously mixing authentically Arabic musical tropes with ethnomusicological forgeries. Vigorous psychedelic stomps…an exciting new discovery.” Uncut
“The songs on Albat Alawi Op.99 are [band leader Eyal el Wahab’s] own compositions and he has created a denser, rougher sound to carry them.
The result is like a whirlwind in a workshop: a barrage of freaked percussion, whooping bass and choral voices set off by banks of detuned brass.” The Wire
El Khat make joyful clatter on Albat Alawi Op.99…The title track of their new album has no regular instruments at all: everything is recycled metal, plastic or wood, all coming together in a funereal march that sounds like a huge, disgruntled anima shaking itself into life. ….“Never joined the army”, El Wahab sings on opener Ma’afan, “never held a gun.” The percussion clatters behind the beat, a violin climbs up and down embellished scales. “Never could tell/who are the bad guys.” Then for the last half minute of the song horns crowd in, echoing as if in a marketplace.” **** Financial Times
“Brilliant!” Gilles Peterson